giovedì 20 marzo 2014

Quando il coraggio di far bene il proprio mestiere si paga con la morte


Ci sembra doveroso ricordare la giornalista Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin, oggi, a venti anni dal loro assassinio.
"Somalia: uccisi due giornalisti italiani a Mogadiscio – Mogadiscio, 20 marzo – La giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e il suo operatore, del quale non si conosce ancora il nome, sono stati uccisi oggi pomeriggio a Mogadiscio nord in circostanze non ancora chiarite. Lo ha reso noto Giancarlo Marocchino, un autotrasportatore italiano che vive a Mogadiscio da dieci anni".
Il Caso Alpi/Hovatin comincia così, con queste poche righe, ancora frammentarie, battute alle 14.43 del 20 marzo 1994 dall’agenzia ANSA sui terminali dei quotidiani e delle televisioni italiane. E con questa terribile vicenda comincia anche la battaglia solitaria, ma incessante, alla ricerca della verità: un altro caso non risolto…
Chi, e soprattutto perché, ha assassinato due giornalisti, inviati in una zona di guerra particolare come la Somalia diventata, da tempo ormai, un inestricabile crocevia di traffici illeciti ben nascosti dietro il paravento ipocrita della cooperazione internazionale?
Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 ed il suo operatore, Miran Hrovatin, in Somalia al seguito dell’operazione militare multinazionale, sotto egida ONU, Restor Hope, fortemente voluta dagli americani, stavano indagando proprio su questi oscuri traffici - armi e rifiuti tossici, in particolare dentro i quali apparati politico-diplomatico-militari dello Stato italiano erano dentro fino al collo.
Eppure, da anni ed anni, questa verità, prima ancora di essere negata, continua ad essere ostacolata in tutti i modi, con ostinazione, grazie soprattutto all’ultilizzo di uno strumento immutabile e fisso: i servizi segreti.
Cosa c’era di tanto innominabile nelle scoperte giornalistiche che Ilaria e Miran avevano o stavano per fare? Che Paese era la Somalia del 1992-93? Che cos’è oggi? La morte del maresciallo Vincenzo Li Causi, l’uomo di Gladio in Sicilia, è collegata al caso Alpi-Hrovatin? Che comportamenti tennero i militari italiani in Somalia impegnati in quella missione - sulla carta almeno una missione umanitaria - sui quali ancora oggi aleggia la presunzione di aver praticato violenze e torture sulla popolazione? Perché l’affarismo così bene si sposa con le operazioni di natura militare? Lo sapevate che tra i protagonisti di questa vicenda vi sono anche due ufficiali dei carabinieri che - a distanza di sette anni - ritroveremo in azione in piazza Alimonda a Genova - dove Carlo Giuliani sarà ucciso - nelle giornate del G8? Che eroi ha commesso la magistratura? Chi è Hashi Omar Hassan, il somalo divenuto il "capro espiatorio" di questa orribile vicenda che, anziché fuggire, sembra quasi voler stare in galera ad ogni costo?
Il caso Alpi - Hrovatin come un puzzle incompleto, ma anche come punto di coagulo di molte delle storie più oscure del nostro Paese…
Ci sembra doveroso ricordare queste persone, così, per non dimenticare…
Circolo “N. Mandela”

Maddaloni

mercoledì 19 marzo 2014

“Per amore del popolo non tacerò!”



Il 19 marzo del 1994, alle 7,20 del mattino, la camorra ammazzava Don Peppe Diana, il prete di Casal di Principe che aveva dedicato la vita e l’impegno pastorale alla lotta per contrastare illegalità, abuso, privilegio, assassinio della speranza nel futuro. Le sue non erano prediche generiche o esortazioni buone per ogni cerimonia, ma ragionamenti ricchi di esempi, di nomi e di cognomi, di denunce etiche e politiche. Don Peppe era della stessa pasta dei Don Pino Puglisi o dell’arcivescovo Romero, ammazzato sull’altare perché aveva scelto di stare dalla parte degli ultimi, di chi contrastava emarginazione e sfruttamento.

Don Diana fu ammazzato perché non si era arreso al tramonto dello Stato di diritto e voleva educare i giovani alla legalità e al rifiuto della connivenza e della convivenza con la camorra ed il suo sistema di potere, quello invisibile e quello visibile, rappresentato dai suoi delegati nelle istituzioni, negli affari, nelle professioni. Questa sua “pretesa”, questa azione civica quotidiana, questo uso della parola gli sono costate la vita.

Il modo migliore per onorarlo ci sembra quello di ripubblicare la sua “predica” più famosa “Per amore del mio popolo non tacerò”, il documento letto in tutte le chiese di Casal di Principe il 25 dicembre del 1991.

<<Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere ‘segno di contraddizione’. Coscienti che come chiesa ‘dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà’. La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato>>.

Con queste parole, il Circolo “Nelson Mandela” vuole mantenere vivo il ricordo di tutte le persone che, come Don Peppe Diana, hanno regalato alla comunità la propria vita per sconfiggere ogni forma di sopruso da parte della criminalità organizzata.

sabato 15 marzo 2014

La marcia per l’ambiente dell’amministrazione comunale non ha senso

L’amministrazione comunale di Maddaloni stupisce ancora una volta per le iniziative inedite che riesce a mettere in campo. Inedita è, infatti, l’organizzazione di una marcia in difesa del territorio e della salute, alla quale si invitano a partecipare i cittadini e le associazioni. Con un atto unilaterale l’amministrazione – che precisa di non avere l’intenzione di marciare “contro nessuno” (ci mancherebbe: contro chi potrebbe marciare se non contro se stessa o contro i livelli regionali e centrali con i quali si vanta di intrattenere ottimi rapporti istituzionali?) – promuove un’iniziativa che avrebbe dovuto essere, quantomeno, concordata e condivisa con le associazioni e i comitati locali, che, invece, si troveranno ad aderire come semplici invitati. Formalità a parte, non si capisce davvero il senso di una marcia per la salute, a fronte dell’assenza di una presa di posizione ferma sulle emergenze ambientali cittadine, prime fra tutte Foro Boario e Cava Monti. Piuttosto che organizzare una marcia fino al Foro Boario, l’amministrazione farebbe bene a presidiare la Regione per denunciare l’atteggiamento di assoluta indifferenza da parte dell’Assessore regionale all’ambiente. È offensivo, infatti, per l’intelligenza di chi conosce la vicenda di Cava Monti, l’ingiustificato risalto dato dalla stampa locale, opportunamente amplificata dal sindaco, a un ‘fatto’ in sé insignificante. Ci riferiamo alla notizia secondo cui l’Assessore Romano avrebbe interrogato la Sogesid spa, società incaricata dell’intervento di rimozione, trasporto e smaltimento rifiuti in località Zucca - Foro Boario, in merito ai ritardi nello svolgimento dei lavori. Ebbene, a questo punto, non è sufficiente che l’assessore regionale interroghi o solleciti, né è accettabile che un giro di sollecitazioni – il sindaco che sollecita l’assessore, che sollecita la ditta – venga propagandato come una produzione di ‘fatti’ da parte della filiera istituzionale. Le sollecitazioni sono e restano chiacchiere, se a esse non seguono immediatamente azioni verificabili da parte dei cittadini. Men che mai, è sufficiente che l’amministrazione si metta in marcia, opportunamente sponsorizzata dai big che hanno portato la vicenda della “Terra di fuochi” alla ribalta mediatica. Oggi, però, non serve più cercare le luci della ribalta. Oggi, davvero si rischia che la sola funzione di queste manifestazioni diventi quella di canalizzare l’indignazione e la protesta, fino a farle evaporare. I cittadini maddalonesi non hanno bisogno dell’empatia dell’amministrazione comunale, né di quella di un primo cittadino sempre e comunque dalla parte del cittadino, salvo poi accusarlo – quando conviene – di comportamenti impropri. Questo è il momento di azioni risolutorie, di provvedimenti definitivi, di risposte certe, che non possono essere più occultate da una propaganda mistificatoria. Insomma, sarebbe il caso che l’amministrazione cambiasse davvero marcia, a fronte di inefficienze evidenti anche in altri ambiti, come nella gestione del ciclo ordinario dei rifiuti. Sotto questo aspetto, Sel Maddaloni intende rimarcare che a nulla vale l’accusa di inciviltà ai cittadini che non rispetterebbero il calendario della raccolta differenziata: compito di un’amministrazione è anche quello di renderli civili, con sanzioni esemplari e incentivi. Circolo Sel “Nelson Mandela” Maddaloni

lunedì 24 febbraio 2014

Verso la costituzione del Comitato "Maddaloni per Tsipras"


Anche a Maddaloni giovedì 27 febbraio, ore 18,00, presso il Circolo “Nelson Mandela” di Via formali, 39 si darà il via alla costruzione di un comitato per sostenere Alexis Tsipras, il candidato di Sinistra Unitaria alla presidenza della Commissione europea.

Ci sembra doveroso, quindi, citare i 10 punti elaborati da Tsipras e l’appello fatto da Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinellie Guido Viale.

IL PROGRAMMA:

·         Fine dell’austerity/ Un New Deal Europeo/ Prestiti a piccola e media impresa
1.”L’Austerità è una medicina nociva somministrata al momento sbagliato con devastanti conseguenze per la coesione della società, per la democrazia e per il futuro dell’Europa”.
2.”L’Europa potrebbe e dovrebbe prendere in prestito denaro a basso interesse per finanziare un programma di ricostruzione economica focalizzato sull’impiego, sulla tecnologia e sull’infrastruttura.
3.”La banca centrale europea dovrebbe seguire l’esempio delle Banche Centrali degli altri paesi e fornire prestiti a basso interesse alle banche se queste accettano di fare credito a piccole e medie imprese”.
·         Lotta alla disoccupazione/ Sistema fiscale/ Una vera banca europea
4.”L’Europa dovrebbe mobilitarsi e ridirigere i Fondi Strutturali per creare significative possibilità d’impiego per i cittadini. Laddove i limiti fiscali degli stati membri sono stretti, i contributi nazionali dovrebbero essere azzerati”.
5.”L’Europa necessita di un sistema fiscale che assicuri la responsabilità fiscale sul medio termine e allo stesso tempo permetta agli stati membri di usare lo stimolo fiscale durante una recessione”.
6.”Una vera e propria banca europea che possa prestare denaro come ultima risorsa per gli stati-membri e non solo per le banche”.
·         Aggiustamento macroeconomico/ Vertice Ue sul debito/ Atto Glass-Steagall/ Tassazione delle offshore
7. “I paesi in surplus dovrebbero lavorare quanto i paesi in deficit per correggere il bilanciamento macroeconomico all’interno dell’Europa. L’Europa dovrebbe richiedere azioni dai Paesi in surplus sotto forma di stimolo, per alleviare la pressione unilaterale sui Paesi in deficit”.
8.”Vogliamo una Conferenza del Debito Europeo per l’Europa. In questo contesto, si dovrebbero usare tutti gli strumenti politici disponibili, inclusi i prestiti dalla Banca Europea come ultima risorsa oltre alla istituzione di un debito sociale europeo, come gli Eurobond, per sostituire i debiti nazionali”.
9.”Un Atto Glass-Steagall Europeo. L’obbiettivo è separare le attività commerciali e gli investimenti bancari per prevenire la loro unificazione in un’entità incontrollabile”.
10. “Una legislazione Europea effettiva per tassare l’economia e le attività imprenditoriali offshore“.

L’APPELLO:

“L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile”

L’Europa è a un bivio, i suoi cittadini devono riprendersela. Dicono i cultori dell’immobilità che sono solo due le risposte al male che in questi anni di crisi ha frantumato il progetto d’unità nato a Ventotene nell'ultima guerra, ha spento le speranze dei suoi popoli, ha risvegliato i nazionalismi e l’equilibrio fra potenze che la Comunità doveva abbattere. La prima risposta è di chi si compiace: passo dopo passo, con aggiustamenti minimi, l’Unione sta guarendo grazie alle terapie di austerità. La seconda risposta è catastrofista: una comunità solidale si è rivelata impossibile, urge riprendersi la sovranità monetaria sconsideratamente sacrificata e uscire dall’Euro. Noi siamo convinti che ambedue le risposte siano conservatrici, e proponiamo un’alternativa di tipo rivoluzionario. È nostra convinzione che la crisi non sia solo economica e finanziaria, ma essenzialmente politica e sociale. L’Euro non resisterà, se non diventa la moneta di un governo democratico sovranazionale e di politiche non calate dall'alto, ma discusse a approvate dalle donne e dagli uomini europei. È nostra convinzione che l’Europa debba restare l’orizzonte, perché gli Stati da soli non sono in grado di esercitare sovranità, a meno di chiudere le frontiere, far finta che l’economia-mondo non esista, impoverirsi sempre più. Solo attraverso l’Europa gli europei possono ridivenire padroni di sé.
Per questo facciamo nostre le proposte di Alexis Tsipras, leader del partito unitario greco Syriza, e nelle elezioni europee del 25 maggio lo indichiamo come nostro candidato alla presidenza della Commissione Europea. Il suo paese, la Grecia, è stato utilizzato come cavia durante la crisi ed è stato messo a terra: in quanto tale è nostro portabandiera. Tsipras ha detto che l’Europa, se vuol sopravvivere, deve cambiare fondamentalmente. Deve darsi i mezzi finanziari per un piano Marshall dell’Unione, che crei posti di lavoro con comuni piani di investimento e colmi il divario tra l’Europa che ce la fa e l’Europa che non ce la fa, offrendo sostegno a quest’ultima. Deve divenire unione politica, dunque darsi una nuova Costituzione: scritta non più dai governi ma dal suo Parlamento, dopo un'ampia consultazione di tutte le organizzazioni associative e di base presenti nei paesi europei. Deve respingere il fiscal compact che oggi punisce il Sud Europa considerandolo peccatore e addestrandolo alla sudditanza, e che domani punirà, probabilmente, anche i paesi che si sentono più forti. Al centro di tutto, deve mettere il superamento della disuguaglianza, lo stato di diritto, la comune difesa di un patrimonio culturale e artistico che l’Italia ha malridotto e maltrattato per troppo tempo. La Banca centrale europea dovrà avere poteri simili a quelli esercitati dalla Banca d'Inghilterra o dalla FED, garantendo non solo prezzi stabili ma lo sviluppo del reddito e dell'occupazione, la salvaguardia dell'ambiente, della cultura, delle autonomie locali e dei servizi sociali, e divenendo prestatrice di ultima istanza in tempi di recessione. Non dimentichiamo che la Comunità nacque per debellare le dittature e la povertà. Le due cose andavano insieme allora, e di nuovo oggi. Oggi abbiamo di fronte una grande questione ambientale di dimensioni planetarie, che può travolgere tutti i popoli, e un insieme di politiche tese a svalutare il lavoro, mentre una corretta politica ambientale può essere fonte di nuova occupazione, di redditi adeguati, di maggiore benessere e di riappropriazione dei beni comuni. È il motivo per cui contesteremo duramente il mito della crescita economica così come l’abbiamo fin qui conosciuta. Esigeremo investimenti su ricerca, energie rinnovabili, formazione, trasporti comuni, difesa del patrimonio culturale. Sappiamo che per una riconversione così vasta avremo bisogno di più, non di meno Europa.

Proprio come Tsipras dice riferendosi alla Grecia, in Italia tutto questo significa rimettere in questione due patti-capestro. Primo, il fiscal compact: il pareggio di bilancio che esso prescrive è entrato proditoriamente nella nostra costituzione, l’Europa non ce lo chiedeva, limitandosi a indicare sue «preferenze». Secondo, il patto di complicità che lega il nostro sistema politico cleptocratico alle domande dei mercati: chiediamo una politica di contrasto contro le mafie, il riciclaggio, l’evasione fiscale, la protezione e l’anonimato di capitali grigi, la corruzione, in un’Europa dove non sia più consentito opporre il segreto bancario alle indagini della magistratura. Significa infine difendere la Costituzione nata dalla Resistenza, e non violarne i principi base come suggerito dalla JP Morgan in un rapporto del 28 maggio 2013, cui i governanti italiani hanno assentito col loro silenzio. Significa metter fine ai morti nel Mediterraneo: i migranti non sono un peso ma il sale della crescita diversa che vogliamo. Significa darsi una politica estera, non più al rimorchio di un paese– gli Stati Uniti– che perde potenza ma non prepotenza. La pax americana produce guerre, caos, stati di sorveglianza. È ora di fondare una pax europea.
Le larghe intese, le rifiutiamo in Italia e in Europa: sono fatte per conservare l’esistente. Per questo diciamo no alla grande coalizione parlamentare che si prepara fra socialisti e democristiani europei, presentandoci alle elezioni di maggio con una piattaforma di sinistra alternativa e di rottura. Nostro scopo: un Parlamento costituente, che si divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d’ora che gran parte dei cittadini voglia proprio questo: non l’Unione mal ricucita, non la fuga dall’Euro, ma un’altra Europa, rifatta alle radici. La chiediamo subito: il tempo è scaduto e la casa di tutti noi è in fiamme, anche se ognuno cercasse rifugio nella sua tana minuscola e illusoria. Questo è l’orizzonte. A partire da qui avanziamo la proposta di dare vita in Italia a una lista che alle prossime elezioni europee faccia valere i principi e i programmi delineati. Una lista promossa da movimenti e personalità della società civile, autonoma dagli apparati partitici, che sia una risposta radicale alla debolezza italiana. Una lista composta in coerenza con il programma, che candidi persone, anche con appartenenze partitiche, che non abbiano avuto incarichi elettivi e responsabilità di rilievo nell’ultimo decennio. Una lista che sostiene Tsipras ma non fa parte del Partito della Sinistra Europea che lo ha espresso come candidato. I nostri eletti siederanno nell’europarlamento nel gruppo con Tsipras (GUE-Sinistra Unitaria europea). Una lista che potrà essere sostenuta, come nel referendum acqua, dal più grande insieme di realtà organizzate e che non si manterrà con i rimborsi elettorali.Una lista che con Tsipras candidato mobiliti cittadine e cittadini verso un’Altra Europa.

sabato 18 gennaio 2014

Sul caso IAP solo demagogia e nessuna chiarezza

Dopo il consiglio comunale tematico di lunedì scorso in merito alla vicenda della “cartelle pazze” inviate dall’IAP continuano, nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione, i dubbi e le incertezze per i cittadini maddalonesi.

L’approvazione dell’ordine del giorno proposto dalla maggioranza, che ha stabilito una sospensione di 90 giorni degli accertamenti e delle riscossioni da parte dell’IAP, lascia, infatti, non poche perplessità in tutti coloro che stavano, invece, attivandosi per presentare riscorso nei 60 giorni previsti dalla legge. Il Sindaco, anche per tranquillizzare gli animi dei numerosi cittadini presenti, ha affermato che sarà l'amministrazione comunale, dopo i 90 giorni, a dire chi deve pagare, quanto e dove.

Questo, però, implicherebbe un carico di lavoro enorme per gli uffici del comune, che dovrebbero rivedere i dati, in moltissimi casi scorretti, utilizzati dall’IAP per inviare avvisi di pagamento “gonfiati” e talvolta anche estremamente onerosi. “Se il comune è in grado di fare tutto da solo – afferma Clemente Sabba, coordinatore del Circolo Sel ‘Mandela’ di Maddaloni – ci chiediamo perché si sia compiuta, nella passata amministrazione, la scelta dell’esternalizzazione del servizio, invece di potenziare le capacità dell’ente di accertare l’evasione e riscuotere correttamente i tributi”.

Il Sindaco De Lucia, come se non avesse fatto parte dell’Amministrazione che ha votato la delibera per l’esternalizzazione del servizio all’IAP, ergendosi a paladina dei cittadini esasperati, ha inviato tutta la documentazione alla Procura, alla Prefettura e alla Corte dei Conti, paventando presunte irregolarità nella presentazione della domanda (si parla di fideiussione non regolare) e di delibere non in linea con l'affidamento realizzato, rispetto alle quali vi sarebbero persino responsabilità penali da accertare.

“Nel complesso – denuncia Luca Razzano, responsabile Rapporti istituzionali di Sel Maddaloni – si è trattato di un consiglio comunale di bassissimo profilo, nel quale gli sparuti consiglieri di maggioranza e opposizione che si sono degnati di prendere la parola, hanno puntato su contenuti demagogici e populisti, mirando più ad arringare la folla che a fare chiarezza su un problema scottante sia per l’amministrazione già in dissesto, sia per i cittadini vessati da tributi sempre crescenti e, nel caso specifico, da accertamenti che richiedono spesso, a soggetti diversi, il pagamento dell’imposta relativa allo stesso bene”.

Lo stesso atteggiamento del Partito Democratico, nell’occasione rappresentato dal solo Gaetano Esposito, che pure ha evidenziato la sua contrarietà all’esternalizzazione del servizio durante l’amministrazione Cerreto, appare troppo accondiscendente nei confronti di un sindaco che ha contribuito, con il suo voto da allora Assessore, ad affidare il servizio all’IAP.

Peraltro, sebbene il consiglio comunale tematico fosse stato richiesto dalle opposizioni, al sindaco è stata lasciata la regia dell’intera seduta, fatto alquanto irrituale quando la richiesta di convocazione del consiglio comunale proviene, appunto, dall’opposizione e su un caso specifico.

In questo scenario, Sel Maddaloni ha l’impressione che non ci sia un fronte veramente alternativo a questa Amministrazione, la quale preferisce giocare, secondo le convenienze del momento, a fare ora la maggioranza, ora l’opposizione, solo per accaparrarsi facili consensi.

È quantomeno stravagante, infatti, che l’unica opposizione esistente a un’amministrazione di centrodestra provenga essenzialmente dalla stessa area, benché mascherata dietro una lista civica. “Sul caso specifico, Sel Maddaloni – conclude Clemente Sabba – esprime la seria preoccupazione che la vicenda non possa essere facilmente risolvibile con la sospensiva votata nello scorso consiglio comunale, con strascichi per i cittadini destinatari delle cartelle IAP.

Del resto, una corretta gestione dei tributi parte proprio dalla precisione dei dati sui quali si effettua l’accertamento e poi la riscossione; questi dovrebbero essere, però, già a disposizione dell’amministrazione, che dovrebbe, a questo punto, concentrare i suoi sforzi (come negli auspici dello stesso Sindaco De Lucia) per la messa a punto di un Ufficio Unico delle Entrate che si occupi dell’intera gestione dei tributi, combattendo seriamente l’evasione in modo che ciascuno paghi il giusto”.

mercoledì 11 dicembre 2013

Addio a Mandela. Sempre dalla parte degli ultimi




Nelson Mandela è morto a 95 anni. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, ha annunciato giovedì sera in un commosso discorso televisivo alla nazione la scomparsa del suo predecessore, eroe della lotta all’apartheid nel Paese. «I nostri pensieri - ha detto - sono con la sua famiglia, con i colleghi e amici e con il popolo sudafricano». Zuma, visibilmente commosso, ha espresso «profonda gratitudine» per Mandela e ha ordinato il lutto nazionale. Le bandiere saranno a mezz’asta in tutto il Paese da venerdì al giorno delle esequie. «La sua anima riposi in pace. Dio benedica l’Africa», ha detto ancora Zuma. «Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre». Nel suo annuncio Zuma si è rivolto ripetutamente a Mandela col suo popolare e affettuoso soprannome: Madiba.

Dopo essere stato ricoverato dall’8 giugno per il ripresentarsi di una infezione polmonare, Mandela era stato per tre mesi in clinica, e a settembre scorso era stato dimesso. Da allora si trovava nella sua casa vicino Johannesburg, dove riceveva cure mediche e assistenza, circondato dai familiari. Al suo ricovero a giugno a Pretoria era la quarta volta che entrava in clinica da dicembre 2012, quando era rimasto in clinica per 18 giorni a causa di una infezione polmonare e per sottoporsi a un’operazione per rimuovere dei calcoli biliari; a inizio marzo fu ricoverato un giorno a Pretoria per controlli medici programmati; poi il 28 marzo fu nuovamente ammesso in ospedale per problemi ai polmoni, e fu dimesso 10 giorni dopo. Mandela soffriva in particolar modo di difficoltà respiratorie perché contrasse la tubercolosi durante la lunga prigionia a Robben Island. Soffriva inoltre di fastidi alla vista, causati dagli anni di lavori forzati in una cava di calcare. Da giugno la presidenza sudafricana descriveva la sua condizione come «critica ma stabile» e solo mercoledì la figlia, Makaziwe, aveva detto che Mandela «non sta bene» ma continua a combattere coraggiosamente «dal suo letto di morte».

IL CORDOGLIO DI OBAMA

«Nelson mandela è vissuto per un ideale e l’ha reso reale. E’ uno dei personaggi più coraggiosi della nostra era. Appartiene al tempo, alla storia. Ha trasformato il sudafrica e tutti noi». Così il presidente Usa Barack Obama ha ricordato Mandela. «Il suo lavoro - ha aggiunto - ha significato moltissimo. Noi troviamo fonte di esempio e rinnovamento nella riconciliazione e nello spirito di resistenza che ha fatto dell’azione di Mandela una cosa vera».

L’OMAGGIO DAL MONDO

Dal leader cubano Raul Castro (che ha ricordato «il caro compagno») al presidente palestinese Mahmoud Abbas («Mandela è stato simbolo della liberazione dal colonialismo e dall’occupazione per tutti i popoli che aspirano alla libertà»), da ogni parte del mondo sono piovuti tributi a quella che per decenni è stata una delle figure simbolo delle battaglie terzomondiste, prima di assurgere a punto di riferimento universale per la difesa della libertà. La cancelliera tedesca Angela Merkel gli ha reso omaggio in quanto «nome per sempre associato alla lotta contro l’oppressione del suo popolo», mentre il presidente francese François Hollande lo ha definito un «lottatore instancabile» che «ha fatto la storia, quella del Sud Africa e quella del mondo intero».

lunedì 9 dicembre 2013

Anche noi di SEL facciamo un pacco alla camorra... e tu?




L'iniziativa sarà presentata a Maddaloni il 10 dicembre (ore 10) presso il Liceo Classico "Giordano Bruno e il 19 dicembre (ore 18) presso la libreria Hamletica (Piazza Fontana) grazie all'impegno dell'Associazione "Libera" di Maddaloni presieduta da Statia Papadimitra.

A ogni cittadino è richiesto un impegno, uno sforzo per voltare pagina.

Acquistare il PACCO ALLA CAMORRA, o promuoverne la vendita è il modo migliore per contribuire allo sviluppo di una economia sociale come antidoto a quella criminale.

FACCIAMO UN PACCO ALLA CAMORRA: la storia

NCO – Nuovo Commercio Organizzato è un marchio ombrello che promuove una filiera produttiva etica e mira all'educazione, all'integrazione lavorativa e al recupero sociale di persone momentaneamente in difficoltà come minori, tossicodipendenti, sofferenti psichici, attraverso attività di agricoltura sociale.

Il Nuovo Commercio Organizzato trasforma quei luoghi una volta simboli di violenza e di sopraffazione a luoghi simbolo di riscatto e Legalità grazie alla collaborazione tra le istituzioni e tutte le realtà sociali del territorio. Le attività agricole privilegiano le specie vegetali legate al territorio, sostenendo così la qualità del prodotto sulla quantità, cercando di recuperare gli antichi sapori che con le produzioni massive e le piante ibride stanno man mano scomparendo.

L’iniziativa “Facciamo un Pacco alla Camorra” è il risultato di un progetto in rete che vede coinvolte 16 imprese , tra cui cooperative sociali, imprese che hanno denunciato il racket e associazioni.

Per info, visita il sito: http://www.ncocommercio.com/it/

mercoledì 4 dicembre 2013

Nuovo coordinamento circolo SEL “A. Langer” – Maddaloni

Dopo un periodo elettorale caratterizzato da numerose turbolenze, il Circolo SEL “Alexander Langer” di Maddaloni ha attraversato una profonda fase di rinnovamento, concretizzatasi in un tesseramento che ha permesso l’ingresso di nuove e promettenti energie, fase che si è conclusa con l’assemblea del 25 novembre scorso che ha eletto all’unanimità il nuovo coordinatore cittadino, Clemente Sabba, alla presenza dei compagni della Federazione di Caserta, Giuseppe Spiezia e Vincenzo Gazzillo. All’ex coordinatore provinciale, Pietro Di Sarno, e soprattutto al compagno Giuseppe Spiezia va il ringraziamento per aver saputo affiancare i compagni maddalonesi nel difficile percorso di ricostruzione del circolo. Il coordinatore ha provveduto a individuare i membri del gruppo dirigente che lo aiuterà a mettere in campo iniziative per rilanciare l’azione politica della sinistra a Maddaloni. Il nuovo coordinamento è composto da Clemente Sabba (Coordinatore), Mena Diodato (resp. Comunicazione), Antonio Sarracco (resp. Ambiente e territorio), Marisa Pascarella (resp. Servizi sociali e formazione), Luca Razzano (resp. Rapporti istituzionali) e Nino Monaco (resp. Internet e social media).

Il circolo cittadino “Alexander Langer” tiene ad augurare buon lavoro al nuovo Coordinatore Provinciale Gianni Cerchia, eletto all’unanimità in occasione del Congresso Provinciale SEL tenutosi a Caserta il 30 novembre-1 Dicembre.

SEL Caserta, Giovanni Cerchia è il nuovo coordinatore provinciale





Alle 14,30 del 1 dicembre 2013 si è chiuso il 2° Congresso Provinciale di Sinistra Ecologia e Liberta della Federazione provinciale di Terra di Lavoro, dopo due giorni di dibattito e di confronto che hanno coinvolto tutta l’organizzazione, le altre forze democratiche e della sinistra, le associazioni e il movimento sindacale.

Alla fine, il Congresso ha approvato all’unanimità il documento politico (riportato sotto) ed ha rinnovato l’Assemblea Federale organismo dirigente del partito in provincia di Caserta.

L’Assemblea Federale casertana si è poi immediatamente riunita, alla presenza di Arturo Scotto, Segretario Regionale e Parlamentare di Sel, per eleggere il nuovo coordinatore provinciale.

E’ stato eletto all’unanimità Coordinatore provinciale Gianni Cerchia, intellettuale autentico della Sinistra meridionale e docente di Storia contemporanea presso l'Università del Molise.

Nel suo intervento – Cerchia, nel salutare e ringraziare Pietro Di Sarno Coordinatore uscente, ha sottolineato la necessità – “che Sinistra Ecologia e Liberta divenga uno strumento per la ricomposizione della sinistra e del campo della coalizione di centrosinistra, a partire dai contenuti e da una chiara scelta di campo in favore del lavoro, del contrasto alla precarietà, ai poteri criminali”.

Con – prosegue il neo Coordinatore provinciale di Sel - una duplice ambizione “rimettere al centro dell’agenda politica il nodo del Mezzogiorno, come grande questione nazionale, opportunità e non un peso per il rilancio del Paese”.

Infine – conclude Cerchia – “la costruzione di una partita della sinistra, di cui SEL si fa parte promotrice, che sappia coniugare il rapporto con i movimenti con un’efficace presenza nelle istituzioni; una forza di governo, radicata nella cultura del socialismo europeo, contrapposta alle destre e alle politiche di rigore a senso unico”.

Il 2° Congresso Provinciale di Sel ha eletto le delegazioni casertane che parteciperanno ai Congressi Regionale e Nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà che si svolgeranno nel prossimo mese di gennaio.



lunedì 8 luglio 2013

Lettera al sindaco su ambiente e rifiuti

Rieccoci, dopo un po' di torpore postelettorale, che ci ha visti, però, impegnati su più fronti, primo fra tutti l'emergenza Lo Uttaro, della quale ci stiamo interessando grazie al Coordinamento dei circoli Sel di Caserta, Maddaloni e San Nicola, con la collaborazione dei compagni di San Marco Evangelista e delle numerosissime associazioni interessate al problema.

Sul fonte cittadino, oltre a diverse riunioni per la messa a punto dei temi su cui intervenire più intensamente in autunno, abbiamo accolto il nuovo primo cittadino Rosa De Lucia con una lettera, promossa da Revolution Maddaloni e sottoscritta, oltre che da noi, dal Comitato vivibilità, dai Giovani democratici, dal Partito Democratico e da Rifondazione comunista. E' un'iniziativa che vede un centrosinistra finalmente unito dopo le lacerazioni della fase prelettorale ed elettorale per porre al nuovo sindaco vecchi e nuovi problemi legati alle emergenze ambientali e all'organizzazione del ciclo dei rifiuti, con particolare attenzione alla mai decollata raccolta differenziata. 

Su questi temi, rivolgiamo al sindaco il nostro scritto, con il quale chiediamo conto delle azioni che la nuova amministrazione intenderà mettere in campo per liberare la città da vere e proprie bombe ambientali - Masseria Monti, Lo Uttaro, Foro Boario - che danneggiano quotidianamente la salute dei cittadini. Prendendo atto dei primi importanti passi che Rosa De Lucia sta compiendo, se non altro in direzione della pacificazione del clima politico cittadino, le proponiamo alcune misure essenziali per la risoluzione 'virtuosa' delle annose emergenze ambientali, prima fra tutti la sottoscrizione del Protocollo "Rifiuti zero", di cui proprio in campagna elettorale abbiamo discusso in un nostro (ben riuscito, a dire il vero) convegno.


Ecco la lettera, che stamattina Venia Caramico ha consegnato, a nome di tutti i sottoscrittori, agli uffici competenti:


Alla signora Sindaco
del Comune di Maddaloni
Ing. Rosa De Lucia,

Oggetto: Richiesta di incontro su problematiche riguardanti le emergenze ambientali e il ciclo dei rifiuti.

Con la presente, gli scriventi in epigrafe avanzano alla Sua attenzione richiesta di un primo momento di confronto sulle tematiche relativa a Masseria Monti, Foro Boario, Lo Uttaro e in merito alla gestione del ciclo dei rifiuti.
 

Tale richiesta scaturisce dalle motivate preoccupazioni che la cittadinanza maddalonese nutre nei riguardi di un crescente abbandono e disagio ambientale che da anni ormai compromette la salute pubblica e la corretta vivibilità della città.
 

Scopo duplice quindi è di focalizzare l’attenzione della Sua Amministrazione e ottenere risposte concrete in merito ad alcune problematiche ambientali che da anni attendono le urgenti e ormai improcrastinabili soluzioni.
 

a) In merito alla Masseria Monti alleghiamo alla presente una nota in appendice del Comitato Vivibilità che descrive sinteticamente la situazione. Gli scriventi chiedono di essere edotti circa i provvedimenti che la Sua Amministrazione intende mettere in atto al fine di assicurare che il sito sia dichiarato “discarica abusiva”, atto preliminare affinché si possa procedere alla messa in sicurezza, alla caratterizzazione, anche in danno alla proprietà, e all’elaborazione di un progetto di bonifica da presentare agli organi regionali e nazionali competenti per il finanziamento o cofinanziamento;
 

b) In merito al Foro Boario, le attività per la messa in sicurezza e la caratterizzazione del sito risultano già avviati. Gli scriventi chiedono di essere edotti circa lo stato di avanzamento dei lavori già realizzati e del cronoprogramma delle operazioni di bonifica a realizzarsi. Si domandano, inoltre, ragguagli circa i provvedimenti che la Sua Amministrazione intende mettere in atto al fine di accelerare il ripristino della salubrità del sito;
 

c) In merito all'insediamento nell'area "Lo Uttaro" dell'impianto di trattamento rifiuti urbani e speciali gestito dalla società "New Ecology" gli scriventi chiedono di essere edotti circa i provvedimenti che la Sua Amministrazione intende mettere in atto al fine di evitare l’ennesimo sfregio della nostra terra.
 

d) In merito alla corretta e virtuosa gestione del ciclo dei rifiuti, diversi comuni italiani, anche di dimensioni simili o maggiori rispetto a Maddaloni hanno messo in campo progetti ispirati alla strategia dei “rifiuti zero”. Gli scriventi propongono alla Sua amministrazione di sottoscrivere il protocollo “rifiuti zero”, in occasione dello stipulando Capitolato d’Appalto per le attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Anche in riferimento a questo punto si chiede notizia dei provvedimenti che la Sua Amministrazione intende assumere per realizzare sul territorio un progetto che abbia finalità compatibili con la strategia “rifiuti zero”, in particolare per quel che riguarda le modalità di raccolta e di smaltimento, con una particolare attenzione ai rifiuti organici (umido) e ai rifiuti speciali (contenenti metalli pesanti e olii combustibili).
 

Gli scriventi chiedono, infine, un incontro anche pubblico per interloquire con Lei e con la Sua amministrazione in merito agli argomenti sopra richiamati.
Sicuri di un suo tempestivo e positivo riscontro, porgiamo i nostri più cordiali saluti e auguri di un buon lavoro al servizio della collettività,
 
Revolution Maddaloni (Giosuè Bove, Antonio Vinciguerra, Giovanni Del Monaco)
Comitato Vivibilità (Antonio Cuomo, Sandro Correra)
Rifondazione Comunista Maddaloni (Vittorio Garbo, Clemente Cigno)
Circolo SEL "Alexander Langer" Maddaloni (Mena Diodato, portavoce)
PD Maddaloni (Gianluca Lombardi, segretario f.f.)
Giovani Democratici Maddaloni (Fabrizio Pascarella)

Per la presentazione agli uffici competenti i sottoscrittori della lettera delegano la Sig.ra Vincenza Caramico (detta Venia).

Maddaloni, 5 luglio 2013

Venia Caramico

 

Appendice del Comitato Vivibilità su Masseria Monti

Il Comitato per la Vivibilità di Maddaloni nel corso degli anni, sia per la sua partecipazione ai tavoli di discussione, sia per proprio impegno civico, ha potuto raccogliere un nutrito dossier sui rilievi tecnici, accordi e ordinanze emesse in merito alla cava Masseria Monti dai vari enti istituzionali.
Va premesso che le statistiche già acclarate sulle insorgenze di elevate neoplasie tumorali, confinano la nostra città in un’area particolarmente insana e contaminata e che detti fenomeni anziché circoscritti a singole aree, si espandono a macchia di leopardo, indice questo di inequivocabile alterazione delle matrici ambientali. Va altresì precisato che non intendiamo sostituirci ai giudici e lavorare alla ricerca delle responsabilità penali. Riteniamo, però, che la tutela della salute dell’intero territorio inteso come aria, acqua e terra, in quanto bene immanente è un diritto inalienabile per ogni cittadino del pianeta ed ogni Comune ne risponde nella parte di propria competenza: l’accertamento o anche il solo sospetto di danni ambientali dovuti all’inquinamento del sottosuolo o del soprassuolo, implica necessariamente una valutazione economica dei rischi a carico della collettività per sostenere interventi per la salute pubblica, per la tutela del ciclo alimentare, per la tutela legale dei diritti del cittadino (class action).
Di seguito presentiamo nella forma sintetica i punti essenziali delle osservazioni e della documentazione raccolta:
1. Dalla prima segnalazione anonima circa l’interramento di fusti contenenti sostanze nocive e tossiche ad oggi sono trascorsi ben 17 anni.
2. A tutt’oggi, delle fasi di accertamento della proprietà, messa in sicurezza, caratterizzazione degli inquinanti e valutazione conseguente del danno, prelievo e trasferimento dei rifiuti in appropriate discariche e bonifica dei suoli, solo la prima è stata completata. Dunque siamo praticamente a zero.
3. A seguito di rilevamenti puntuali e minuziosi che ARPAC ha effettuato, è emerso che sotto la cava Masseria de’ Monti sono stoccati centinaia di fusti contenenti sostanze altamente tossiche alla salute pubblica quali toluene, benzene e altre sostanze aromatiche policicliche (Tanto è quanto è emerso dai rilievi strumentali elaborati da ARPAC e trasmessi con relazione del 7/Dic/2009 e del 12/Gen/2010 alla Procura della Repubblica e a tutti gli organi competenti) che, diffondendosi nella falda acquifera tra l’altro affiorante nello stesso bacino della cava, contaminano l’intero territorio provinciale fino al mare.
4. Quanto invece emesso sotto forma di nube tossica nell’etere, si deposita sulle colture circostanti ed entra nel ciclo alimentare degli umani e del bestiame da carne e latte che vi pascola liberamente.
5. Nei dintorni della cava stessa altri focolai di contaminazione sono rappresentati dalla presenza di cadmio in concentrazione anche fino a 100 volte superiore alla soglia accettabile (fonte ARPAC) tale da procurare tumore, diabete, ipertensione e impotenza.
6. Il sito, accessibile da ogni lato, è di estrema pericolosità per chiunque si avvicini in quanto nessun intervento di messa in sicurezza è stato mai realizzato.
7. Nonostante l’area intorno Masseria Monti sia qualificata come abitativa, industriale e agricola, i miasmi delle fumarole impediscono il normale godimento e svolgimento delle attività sia vitali che lavorative.