Anche a
Maddaloni giovedì 27 febbraio, ore 18,00, presso il Circolo “Nelson Mandela” di
Via formali, 39 si darà il via alla costruzione di un comitato per sostenere Alexis Tsipras, il candidato di Sinistra Unitaria alla presidenza della
Commissione europea.
Ci sembra
doveroso, quindi, citare i 10 punti elaborati da Tsipras e l’appello fatto da
Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano
Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinellie Guido Viale.
IL PROGRAMMA:
·
Fine dell’austerity/ Un New Deal Europeo/ Prestiti a
piccola e media impresa
1.”L’Austerità è
una medicina nociva somministrata al momento sbagliato con devastanti
conseguenze per la coesione della società, per la democrazia e per il futuro
dell’Europa”.
2.”L’Europa
potrebbe e dovrebbe prendere in prestito denaro a basso interesse per
finanziare un programma di ricostruzione economica focalizzato sull’impiego,
sulla tecnologia e sull’infrastruttura.
3.”La banca centrale europea dovrebbe seguire
l’esempio delle Banche Centrali degli altri paesi e fornire prestiti a basso
interesse alle banche se queste accettano di fare credito a piccole e medie
imprese”.
·
Lotta alla disoccupazione/ Sistema fiscale/ Una vera
banca europea
4.”L’Europa
dovrebbe mobilitarsi e ridirigere i Fondi Strutturali per creare significative
possibilità d’impiego per i cittadini. Laddove i limiti fiscali degli stati
membri sono stretti, i contributi nazionali dovrebbero essere azzerati”.
5.”L’Europa
necessita di un sistema fiscale che assicuri la responsabilità fiscale sul
medio termine e allo stesso tempo permetta agli stati membri di usare lo
stimolo fiscale durante una recessione”.
6.”Una vera e
propria banca europea che possa prestare denaro come ultima risorsa per gli
stati-membri e non solo per le banche”.
·
Aggiustamento macroeconomico/ Vertice Ue sul debito/
Atto Glass-Steagall/ Tassazione delle offshore
7. “I paesi in surplus
dovrebbero lavorare quanto i paesi in deficit per correggere il bilanciamento
macroeconomico all’interno dell’Europa. L’Europa dovrebbe richiedere azioni dai
Paesi in surplus sotto forma di stimolo, per alleviare la pressione unilaterale
sui Paesi in deficit”.
8.”Vogliamo una
Conferenza del Debito Europeo per l’Europa. In questo contesto, si dovrebbero
usare tutti gli strumenti politici disponibili, inclusi i prestiti dalla Banca
Europea come ultima risorsa oltre alla istituzione di un debito sociale
europeo, come gli Eurobond, per sostituire i debiti nazionali”.
9.”Un Atto
Glass-Steagall Europeo. L’obbiettivo è separare le attività commerciali e gli
investimenti bancari per prevenire la loro unificazione in un’entità
incontrollabile”.
10. “Una legislazione
Europea effettiva per tassare l’economia e le attività imprenditoriali offshore“.
L’APPELLO:
“L'Europa
al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile”
L’Europa è a un bivio, i suoi cittadini devono
riprendersela. Dicono i cultori dell’immobilità che sono solo due le risposte
al male che in questi anni di crisi ha frantumato il progetto d’unità nato a
Ventotene nell'ultima guerra, ha spento le speranze dei suoi popoli, ha
risvegliato i nazionalismi e l’equilibrio fra potenze che la Comunità doveva
abbattere. La prima risposta è di chi si compiace: passo dopo passo, con
aggiustamenti minimi, l’Unione sta guarendo grazie alle terapie di austerità.
La seconda risposta è catastrofista: una comunità solidale si è rivelata
impossibile, urge riprendersi la sovranità monetaria sconsideratamente
sacrificata e uscire dall’Euro. Noi siamo convinti che ambedue le risposte
siano conservatrici, e proponiamo un’alternativa di tipo rivoluzionario. È
nostra convinzione che la crisi non sia solo economica e finanziaria, ma
essenzialmente politica e sociale. L’Euro non resisterà, se non diventa la
moneta di un governo democratico sovranazionale e di politiche non calate
dall'alto, ma discusse a approvate dalle donne e dagli uomini europei. È nostra
convinzione che l’Europa debba restare l’orizzonte, perché gli Stati da soli
non sono in grado di esercitare sovranità, a meno di chiudere le frontiere, far
finta che l’economia-mondo non esista, impoverirsi sempre più. Solo attraverso
l’Europa gli europei possono ridivenire padroni di sé.
Per questo facciamo nostre le proposte di Alexis Tsipras, leader del partito
unitario greco Syriza, e nelle elezioni europee del 25 maggio lo indichiamo
come nostro candidato alla presidenza della Commissione Europea. Il suo paese,
la Grecia, è stato utilizzato come cavia durante la crisi ed è stato messo a
terra: in quanto tale è nostro portabandiera. Tsipras ha detto che l’Europa, se
vuol sopravvivere, deve cambiare fondamentalmente. Deve darsi i mezzi
finanziari per un piano Marshall dell’Unione, che crei posti di lavoro con
comuni piani di investimento e colmi il divario tra l’Europa che ce la fa e
l’Europa che non ce la fa, offrendo sostegno a quest’ultima. Deve divenire
unione politica, dunque darsi una nuova Costituzione: scritta non più dai
governi ma dal suo Parlamento, dopo un'ampia consultazione di tutte le
organizzazioni associative e di base presenti nei paesi europei. Deve
respingere il fiscal compact che oggi punisce il Sud Europa considerandolo
peccatore e addestrandolo alla sudditanza, e che domani punirà, probabilmente,
anche i paesi che si sentono più forti. Al centro di tutto, deve mettere il
superamento della disuguaglianza, lo stato di diritto, la comune difesa di un
patrimonio culturale e artistico che l’Italia ha malridotto e maltrattato per
troppo tempo. La Banca centrale europea dovrà avere poteri simili a quelli
esercitati dalla Banca d'Inghilterra o dalla FED, garantendo non solo prezzi
stabili ma lo sviluppo del reddito e dell'occupazione, la salvaguardia
dell'ambiente, della cultura, delle autonomie locali e dei servizi sociali, e
divenendo prestatrice di ultima istanza in tempi di recessione. Non
dimentichiamo che la Comunità nacque per debellare le dittature e la povertà.
Le due cose andavano insieme allora, e di nuovo oggi. Oggi abbiamo di fronte
una grande questione ambientale di dimensioni planetarie, che può travolgere
tutti i popoli, e un insieme di politiche tese a svalutare il lavoro, mentre
una corretta politica ambientale può essere fonte di nuova occupazione, di
redditi adeguati, di maggiore benessere e di riappropriazione dei beni comuni.
È il motivo per cui contesteremo duramente il mito della crescita economica
così come l’abbiamo fin qui conosciuta. Esigeremo investimenti su ricerca, energie
rinnovabili, formazione, trasporti comuni, difesa del patrimonio culturale.
Sappiamo che per una riconversione così vasta avremo bisogno di più, non di
meno Europa.
Proprio come Tsipras dice riferendosi alla Grecia, in Italia tutto questo
significa rimettere in questione due patti-capestro. Primo, il fiscal compact:
il pareggio di bilancio che esso prescrive è entrato proditoriamente nella
nostra costituzione, l’Europa non ce lo chiedeva, limitandosi a indicare sue
«preferenze». Secondo, il patto di complicità che lega il nostro sistema
politico cleptocratico alle domande dei mercati: chiediamo una politica di
contrasto contro le mafie, il riciclaggio, l’evasione fiscale, la protezione e
l’anonimato di capitali grigi, la corruzione, in un’Europa dove non sia più
consentito opporre il segreto bancario alle indagini della magistratura.
Significa infine difendere la Costituzione nata dalla Resistenza, e non
violarne i principi base come suggerito dalla JP Morgan in un rapporto del 28
maggio 2013, cui i governanti italiani hanno assentito col loro silenzio.
Significa metter fine ai morti nel Mediterraneo: i migranti non sono un peso ma
il sale della crescita diversa che vogliamo. Significa darsi una politica
estera, non più al rimorchio di un paese– gli Stati Uniti– che perde potenza ma
non prepotenza. La pax americana produce guerre, caos, stati di sorveglianza. È
ora di fondare una pax europea.
Le larghe intese, le rifiutiamo in Italia e in
Europa: sono fatte per conservare l’esistente. Per questo diciamo no alla
grande coalizione parlamentare che si prepara fra socialisti e democristiani
europei, presentandoci alle elezioni di maggio con una piattaforma di sinistra
alternativa e di rottura. Nostro scopo: un Parlamento costituente, che si
divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d’ora che gran parte dei
cittadini voglia proprio questo: non l’Unione mal ricucita, non la fuga
dall’Euro, ma un’altra Europa, rifatta alle radici. La chiediamo subito: il
tempo è scaduto e la casa di tutti noi è in fiamme, anche se ognuno cercasse
rifugio nella sua tana minuscola e illusoria. Questo è l’orizzonte. A partire
da qui avanziamo la proposta di dare vita in Italia a una lista che alle
prossime elezioni europee faccia valere i principi e i programmi delineati. Una
lista promossa da movimenti e personalità della società civile, autonoma dagli
apparati partitici, che sia una risposta radicale alla debolezza italiana. Una
lista composta in coerenza con il programma, che candidi persone, anche con
appartenenze partitiche, che non abbiano avuto incarichi elettivi e
responsabilità di rilievo nell’ultimo decennio. Una lista che sostiene Tsipras
ma non fa parte del Partito della Sinistra Europea che lo ha espresso come
candidato. I nostri eletti siederanno nell’europarlamento nel gruppo con
Tsipras (GUE-Sinistra Unitaria europea). Una lista che potrà essere sostenuta,
come nel referendum acqua, dal più grande insieme di realtà organizzate e che
non si manterrà con i rimborsi elettorali.Una lista che con Tsipras candidato
mobiliti cittadine e cittadini verso un’Altra Europa.